Cristoforo di Benedetto (Bologna, notizie dal 1456 al 1497)
Madonna col Bambino e i Santi Antonio Abate e Giovanni Battista
Datazione: 1460,circa
tempera su tavola
cm 148,5x170,5
Secolo: XV
Provenienza: Collezione Zambeccari
Descrizione
Non si conosce la più antica provenienza di questo trittico, giunto in Pinacoteca con il lascito Zambeccari.
Databile intorno al 1460, l’opera mostra un approccio ancora tardogotico alle novità rinascimentali, soprattutto nell’intenso segno che marca i panneggio e i profili delle figure.
Giovan Francesco da Rimini (documentato a Padova e Bologna del 1441 al 1470)
Madonna in adorazione del Bambin Gesù, San Giovannino e due angeli
Datazione: 1460 - 1465
tavola
cm 84x50,2
Secolo: XV
Provenienza: San Giovanni Battista
Inventario: 260
Descrizione
Si tratta di una delle testimonianze certe del pittore romagnolo a Bologna, dove egli e documentato dal 1459 fino al 1470.
La tavola mostra alcuni elementi stilistici desunti dalla pittura fiorentina di metà Quattrocento, ed altri riconducibili invece a quella veneta.
Vivarini Antonio (Murano 1420 ca.-Venezia 1484) Vivarini Bartolomeo (Murano doc. 1450 al 1499) - Polittico
Datazione: 1450 tempera su tavola cm 393x263 Secolo: XV Provenienza: San Girolamo della Certosa, sagrestia
Descrizione
Già nella Certosa di Bologna, cui era stato donato da Niccolò V in memoria del vescovo Niccolò Albergati, il polittico, datato 1450, fu eseguito in collaborazione (forse con prevalenza di Bartolomeo) dai due fratelli muranesi, tra i maggiori esponenti della pittura lagunare al passaggio tra il momento tardogotico e quello rinascimentale.
Cima Giovan Battista detto Cima da Conegliano (Conegliano ca. 1459-ca. 1518) Madonna col Bambino
Datazione: 1495, circa
olio su tavola
cm 60,5x47,2
Secolo: XVI
Provenienza: San Giovanni in Monte, sagrestia
Inventario: 972
Descrizione
Il dipinto, verosimilmente eseguito intorno alla metà dell'ultimo decennio del Quattrocento, si trovava sagrestia nella chiesa di S. Giovanni in Monte.
Può essere un valido punto di riferimento per lo studio dei rapporti fra arte bolognese e arte veneta.
Vivarini A. (Murano 1420 ca.-Venezia 1484) Gesù Cristo che sporge dal sepolcro
.
Datazione: 1450, circa
olio su tavola
cm 59x44,5
Secolo: XV
Provenienza: Santa Caterina (Corpus Domini), Santuario
Inventario: 1137
Descrizione
Riferita all'incirca allo stesso periodo del polittico della Certosa (1450), l'opera è una delle più interessanti testimonianze della presenza di dipinti dei veneti Vivarini in Emilia-Romagna.
Datazione: 1450, circa
olio su tavola
cm 59x44,5
Secolo: XV
Provenienza: Santa Caterina (Corpus Domini), Santuario
Inventario: 1137
Descrizione
Riferita all'incirca allo stesso periodo del polittico della Certosa (1450), l'opera è una delle più interessanti testimonianze della presenza di dipinti dei veneti Vivarini in Emilia-Romagna.
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Fai clic qui per effettuare modifiche.Nicolò di Liberatore detto l'Alunno (Foligno 1430-1502)
[recto] Madonna col Bambino e i Santi Francesco e Sebastiano. Padre Eterno e Angeli.
[verso] Annunciazione. Padre Eterno e Angeli
Datazione: 1482
olio su tavola sagomata
cm 235x126
Secolo: XV
Provenienza: Arcevia, ospedale
Inventario: 109
Descrizione
L’anconetta venne acquistata dal Papa nel 1855.
Opera tipica dell’artista umbro, datata 1482, è vicina per stile e iconografia al polittico del 1475 ora a Roma, Villa Albani: ciò indica l’assoluta fedeltà del maestro al suo stile in un momento in cui la cultura umbra andava rinnovandosi.
[recto] Madonna col Bambino e i Santi Francesco e Sebastiano. Padre Eterno e Angeli.
[verso] Annunciazione. Padre Eterno e Angeli
Datazione: 1482
olio su tavola sagomata
cm 235x126
Secolo: XV
Provenienza: Arcevia, ospedale
Inventario: 109
Descrizione
L’anconetta venne acquistata dal Papa nel 1855.
Opera tipica dell’artista umbro, datata 1482, è vicina per stile e iconografia al polittico del 1475 ora a Roma, Villa Albani: ciò indica l’assoluta fedeltà del maestro al suo stile in un momento in cui la cultura umbra andava rinnovandosi.
Cossa Francesco del (Ferrara, 1436 – Bologna, 1478) Madonna col Bambino in trono fra i Santi Petronio e Giovanni Evangelista adorata dal committente Alberto Cattani. (Pala dei Mercanti)
Datazione: 1474
tempera su tela
cm 227,2x267
Descrizione
Commissionata nel 1474 per la residenza dei Mercanti, è una delle opere più prestigiose del maestro ferrarese, ormai da quattro anni attivo a Bologna.
La presenza dell'artista in città costituì uno dei principali stimoli alla trasformazione in senso rinascimentale della cultura locale.
Costa Lorenzo (Ferrara ca. 1460-Mantova 1535) Madonna col Bambino in trono tra i santi Petronio e Tecla. (Pala di Santa Tecla)
Datazione: 1496
olio su tavola
cm 155x167,5
Descrizione
I santi Petronio e Tecla rappresentano rispettivamente il presunto fondatore e la santa titolare della distrutta chiesa di Santa Tecla, che nella Gerusalemme stefaniana bolognese rappresentava la Valle di Josafat.
Dopo la straordinaria apertura veneziana della pala de' Rossi in San Petronio (1492), il Costa sviluppa qui un suo personale e nuovo classicismo in sintonia con l'opera di Francesco Francia.
Costa Lorenzo (Ferrara ca. 1460-Mantova 1535), e bottega
Sepoltura di Gesù Cristo
Datazione: 1500 - 1506
tavola
cm 175x121
Descrizione
L’opera raggiunge la sede attuale nel 1866 dalla sagrestia della chiesa dell’annunziata dove è segnalata da quasi tutte le fonti sei-settecentesche senza però l’uniformità sull’identificazione dell’autore.
La precedente attribuzione a di Giovanni Maria Chiodarolo nasce qualche anno dopo il trasferimento in Pinacoteca anche se non ha alcun riscontro storico.
Oggi si ipotizza invece una realizzazione nell’ambito di Lorenzo Costa che tra il 1500 ed il 1506 possedeva una indaffarata bottega in grado di intervenire in molti suoi lavori.
Costa Lorenzo (Ferrara ca. 1460-Mantova 1535)
Adorazione del Bambino con i Magi in lontananza (Presepio)
Datazione: 1503 - 1506
olio su tavola
cm 153,5x124,5
Secolo: XVI
Provenienza: Istituto delle Scienze
Inventario: 557
Descrizione
In passato attribuita alla mano del misterioso pittore Chidarolo, la tavola viene oggi ritenuta di Lorenzo Costa, al quale fanno riferimento le tipologie dei volti e l’impostazione del paesaggio.
La superficie pittorica, in alcune parti molto assottigliata tanto da parere solo abbozzata e in altre tanto definita da sembrare a rilievo, fa ipotizzare che il dipinto sia stato iniziato dal Costa e poi lasciato incompiuto nel 1506 al tempo del suo trasferimento a Mantova.
Costa Lorenzo (Ferrara ca. 1460-Mantova 1535) San Petronio fra i Santi Domenico e Francesco
Datazione: 1502
olio su tavola
cm 192,5x145
Descrizione
Appartiene al momento in cui Costa, in parallelo col Francia e col Perugino (la cui pala era da poco esposta in San Giovanni in Monte), approfondisce la sua ricerca nel senso d'una chiarezza didattica.
Anche per la arcaizzante presenza del fondo oro quest'opera si caratterizza come la più esemplarmente devozionale dell'artista.
Palmezzano Marco (Forli, 1460, circa – 1539) - Madonna col Bambino
.
Datazione: 1506 - 1513
tavola cm 63x43
Secolo: XVI
Descrizione
La tavola fu acquistata sul mercato antiquario nel 1894.
In seguito gli studiosi hanno ipotizzato che si tratti della parte centrale di un’ancona di più vaste dimensioni che si trovava nella Parrocchiale di San Marco a San Varano (Forlì).
L’impianto fortemente scorciato della figura della Vergine suggerisce, infatti, un’ambientazione architettonica più ampia, con il gruppo centrale posto sopra un trono e affiancato lateralmente da due santi.
L’opera è databile tra il 1506 ed il 1513.
Datazione: 1506 - 1513
tavola cm 63x43
Secolo: XVI
Descrizione
La tavola fu acquistata sul mercato antiquario nel 1894.
In seguito gli studiosi hanno ipotizzato che si tratti della parte centrale di un’ancona di più vaste dimensioni che si trovava nella Parrocchiale di San Marco a San Varano (Forlì).
L’impianto fortemente scorciato della figura della Vergine suggerisce, infatti, un’ambientazione architettonica più ampia, con il gruppo centrale posto sopra un trono e affiancato lateralmente da due santi.
L’opera è databile tra il 1506 ed il 1513.
Costa Lorenzo (Ferrara ca. 1460-Mantova 1535) Assunta e coro di angeli
Datazione: 1480 - 1485
tavola trasportata
cm 250 x 172
Descrizione
Quest’opera è documentata nell’ottocento sull’altare maggiore della Basilica di Monteveglio.
Venne spostata nella navata laterale ad un’epoca imprecisata e forse durante questo trasferimento venne separata dalla predella ora conservata al Museum of Art di Raleigh (North Carolina).
Databile tra il 1480 e il 1485 vi emergono le qualità del giovane Costa: il rigoroso ordine spaziale e la concretezza del ritratto di Maria.
FRaibolini Francesco detto il Francia (Bologna, 1447, circa -1517) Madonna col Bambino in trono e i Santi Paolo, Francesco e Giovannino. Pala Scappi)
Datazione: 1495 circa
olio su tavola
cm 182x140
Secolo: XV - XVI
Provenienza: Annunziata, cappella Scappi
Inventario: 571
Descrizione
Eseguita per un committente legato ai Bentivoglio, Giovanni Battista Scappi.
Raibolini Francesco detto il Francia (Bologna, 1447, circa -1517) Madonna col Bambino e i Santi Paolo, Francesco e Giovannino. (Pala Scappi)
Datazione: 1495 circa
olio su tavola
cm 182x140
Secolo: XV - XVI
Provenienza: Annunziata, cappella Scappi
Inventario: 571
Descrizione
Eseguita per un committente legato ai Bentivoglio, Giovanni Battista Scappi.
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Fai clic qui per effettuare modifiche.Raibolini Francesco detto il Francia (Bologna, 1447, circa -1517)
Madonna col Bambino in trono, i Santi Agostino, Francesco, Procolo, Monica, Giovanni Battista, Sebastiano, il donatore Felicini e un Angelo musicante.
(Pala Felicini)
Datazione: 1490, circa
olio su tavola
cm 189x164
Secolo: XV - XVI
Provenienza: Misericordia, cappella Felicini
Inventario: 583
Descrizione
Si tratta della tavola sottostante la cimasa che rappresenta Gesù Cristo in pietà fra due angeli.
Chiamata comunemente Pala del Gioiello per il pendente prezioso che vi appare dipinto in alto appeso alla sommità del trono della Vergine, fu probabilmente danneggiata e perciò restaurata dallo stesso artista a distanza di anni.
Vi si leggono le caratteristiche principali dello stile di Francia, del tutto conforme a quello orafo e perciò sempre di altissimo livello esecutivo nella resa dei dettagli descrittivi.
Madonna col Bambino in trono, i Santi Agostino, Francesco, Procolo, Monica, Giovanni Battista, Sebastiano, il donatore Felicini e un Angelo musicante.
(Pala Felicini)
Datazione: 1490, circa
olio su tavola
cm 189x164
Secolo: XV - XVI
Provenienza: Misericordia, cappella Felicini
Inventario: 583
Descrizione
Si tratta della tavola sottostante la cimasa che rappresenta Gesù Cristo in pietà fra due angeli.
Chiamata comunemente Pala del Gioiello per il pendente prezioso che vi appare dipinto in alto appeso alla sommità del trono della Vergine, fu probabilmente danneggiata e perciò restaurata dallo stesso artista a distanza di anni.
Vi si leggono le caratteristiche principali dello stile di Francia, del tutto conforme a quello orafo e perciò sempre di altissimo livello esecutivo nella resa dei dettagli descrittivi.
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Fai clic qui per effettuare modifiche.Raibolini Francesco detto il Francia (Bologna, 1447, circa -1517)
Annunciazione fra i Santi Giovan Battista e Girolamo
Datazione: 1505 - 1510
olio su tavola
cm 174x149
Secolo: XV - XVI
Provenienza: San Girolamo di Miramonte, oratorio
Inventario: 587
Descrizione
Eseguita forse dopo poco gli affreschi di Santa Cecilia, ne ricorda il timido accostamento al giovane Raffaello.
Una replica di bottega esiste presso la Walters Art Gallery di Baltimora.
Annunciazione fra i Santi Giovan Battista e Girolamo
Datazione: 1505 - 1510
olio su tavola
cm 174x149
Secolo: XV - XVI
Provenienza: San Girolamo di Miramonte, oratorio
Inventario: 587
Descrizione
Eseguita forse dopo poco gli affreschi di Santa Cecilia, ne ricorda il timido accostamento al giovane Raffaello.
Una replica di bottega esiste presso la Walters Art Gallery di Baltimora.
Francia (Bologna, 1447,-1517) Il Bambino adorato dalla Vergine, dai Santi Giuseppe, Agostino e Francesco e da due Angeli alla presenza di Anton Galeazzo e Alessandro Bentivoglio. (Pala Bentivoglio)
Datazione: 1498 - 1499
olio su tavola
cm 234x193
Descrizione
Il committente Anton Galeazzo Bentivoglio, che fece eseguire l'opera alla fine del 1498 al ritorno da un pellegrinaggio in Terra Santa, è raffigurato in adorazione accanto alla Vergine.
Il giovane sulla destra, in abito da pastore col capo cinto d'alloro, già identificato col poeta Girolamo Casio, è quasi certamente il fratello Alessandro Bentivoglio, anch'egli poeta.
La predella con l'Adorazione dei Magi, ora nella Pinacoteca di Brera, fu dipinta dal Costa nel 1499.
.Raibolini Francesco detto il Francia (Bologna, 1447, circa -1517)
Madonna col Bambino in trono e i Santi Giorgio, Giovanni Battista, Agostino, Stefano e un angelo. (Pala dei Manzuoli)
Datazione: 1490, circa
olio su tavola
cm 232x173
Secolo: XV - XVI
Provenienza: Misericordia, cappella Manzoli
Descrizione
L'opera si pone negli ultimi anni del secolo; con le pale bentivolesche di San Giacomo e della stessa chiesa della Misericordia, fu particolarmente celebrata dalle fonti.
La struttura architettonica del trono e del vano che accoglie i personaggi si allegerisce ed è ampliata la veduta paesistica.
Ramenghi Bartolomeo detto il Bagnacavallo (Bagnacavallo 1484 (?)-Bologna 1542
Sacra Famiglia con i Santi Benedetto, Paolo e Maddalena
Datazione: 1524, circa
tavola
cm 202,5x146,5
Secolo: XVI
Descrizione
La composizione condotta con una vivace vena narrativa soprattutto nell’episodio sullo sfondo, mostra un’autonoma rielaborazione dell’artista rispetto ai modelli di Raffaello.
Databile intorno al 1524 è comunemente identificata come proveniente della Chiesa di Santa Maria Maddalena in Galliera poi passata all’Istituto delle Scienze.
Raffaello (Urbino 1483-Roma 1520) - Estasi di Santa Cecilia fra i Santi Paolo, Giovanni Evangelista, Agostino e Maria Maddalena
Datazione: 1513
olio su tavola trasportata su tela
cm 236x149
Descrizione
Eseguita intorno al 1513 per la cappella della beata Elena Duglioli, che aveva costruito la propria immagine di santità richiamandosi alla leggenda di santa Cecilia.
La figura della martire viene proposta in una inedita raffigurazione "musicale" carica di significati simbolici, che agli occhi del devoto richiama i temi dell'amore divino e del disprezzo dei beni mondani, simboleggiati dagli strumenti della musica terrena e profana abbandonati a terra.
Una delle opere predilette dai Carracci e da Guido Reni, rivestì un ruolo fondamentale nell'ambito della cultura figurativa dell'Ideale Classico seicentesco.
Perugino ( 1445/1450-1523) Madonna col Bambino in gloria e i Santi Giovanni Ev., Apollonia, Caterina d'Alessandria e Michele Arcangelo
Datazione: 1500 circa
olio su tavola
cm 273x211
Secolo: XV - XVI
Provenienza: San Giovanni in Monte, cappella Vizzani
Descrizione
Uno dei capisaldi, unitamente alle opere di Cremona, Venezia, Pavia, della diffusione settentrionale di quella nuova "dolcezza nei colori unita" che il Vasari esaltò nel Francia e nel Perugino.
Eseguita dopo il 1497, forse già allo scadere del secolo per la cappella Scarani in San Giovanni in Monte.
.Francesco d'Ubertino detto Bachiacca (Firenze 1494-1557), attribuito
Miracolo di Sant'Ubaldo
olio su tavola
cm 46x95 Secolo: XVI Provenienza: Collezione Aldrovandi Marescotti (Perozzi G. e G. e Migliore G.), acquisto 1972
Descrizione
Probabilmente pannello di mobile, riassume echi umbri e toscani, fra Signorelli, Pinturicchio e Perugino, in una congiuntura stilistica plausibile anche nella giovinezza del Bachiacca.
Copia da Raffaello (Urbino 1483-Roma 1520), San Giovanni Battista
olio su tavola
cm 168x150,5
Secolo: XVI
Provenienza: Palazzo pubblico
Inventario: 548
Descrizione
È una delle numerose copie e derivazioni tratte dal celebre dipinto raffaellesco commissionato dal cardinale Pompeo Colonna e donato al medico fiorentino Jacopo da Carpi, quasi unanimemente identificato con quello oggi esposto nella Tribuna degli Uffizi a Firenze.
Come l'altra versione del palazzo del Quirinale a Roma, fu già attribuito a Giulio Romano.
Bugiardini Giuliano (Firenze 1475-1554) San Giovanni Battista
Datazione: 1523 - 1525 circa
olio su tela
cm 169x114
Secolo: XVI
Provenienza: Santo Stefano, sagrestia
Inventario: 533
Descrizione
Opera donata alla chiesa di Santo Stefano dal poeta Girolamo Casio e forse coeva al tondo raffigurante la Vergine col Bambino e San Giovannino; queste sono verosimilmente le due più antiche tra le opere del Bugiardini ora presenti in Pinacoteca.
I rapporti dell'artista con Bologna sono documentati nel 1512 e nel 1523-1525
Bugiardini Giuliano (Firenze 1475-1554)
Sposalizio mistico di Santa Caterina e i Santi Antonio da Padova e Giovannino
Datazione: 1530, circa
olio su tavola
cm 208x178
Secolo: XVI
Provenienza: San Francesco, cappella Albergati
Descrizione
Forse la più tarda tra le opere del Bugiardini per Bologna, importante per l'evoluzione in senso "monumentale" del locale classicismo raffaellesco fra la terza e la quarta decade.
Sposalizio mistico di Santa Caterina e i Santi Antonio da Padova e Giovannino
Datazione: 1530, circa
olio su tavola
cm 208x178
Secolo: XVI
Provenienza: San Francesco, cappella Albergati
Descrizione
Forse la più tarda tra le opere del Bugiardini per Bologna, importante per l'evoluzione in senso "monumentale" del locale classicismo raffaellesco fra la terza e la quarta decade.
Bugiardini Giuliano (Firenze 1475-1554)
Madonna col Bambino e San Giovannino Datazione: 1525 circa
olio su tavola
cm 95 (diametro)
Secolo: XVI
Provenienza: Collezione Zambeccari
Inventario: 526
Descrizione
L’opera riprende i moduli classicheggianti della pittura fiorita intorno alla fiorentina Scuola di San Marco, sui quali si innestano richiami iconografici e formali alle Madonne fiorentine di Raffaello.
Mazzola Francesco detto il Parmigianino (Parma 1503-Casalmaggiore 1540) Madonna col Bambino e i Santi Margherita, Girolamo e Petronio
Datazione: 1529 (?)
olio su tavola cm 222x147
Descrizione
Dipinta all'epoca del soggiorno bolognese del Parmigianino, forse nel 1529, importa nell'ambiente tardo-raffaellesco locale un nuovo universo formale di sensibilità, eleganza, grazia.
Studiata e riprodotta dagli artisti della generazione manierista, è pienamente compresa nella sua novità soprattutto in ambito carraccesco.
Marchesi Girolamo detto il Cotignola (Cotignola ca. 1481-Napoli o Roma 1540 ca.) Madonna col Bambino e i Santi Giovannino, Francesco e Bernardino .
cm 172x136,5
Secolo: XVI
Provenienza: San Bernardino Compagnia, oratorio
Inventario: 532
Descrizione
Appartiene all'attività più tarda del Cotignola, che sulla matrice raffaellesca innesta richiami al gigantismo del Pordenone e reminiscenze toscane, mediate probabilmente dal Bugiardini, presente a Bologna tra il 1526 e il 1530.
Marchesi Girolamo detto il Cotignola (Cotignola ca. 1481-Napoli o Roma 1540 ca.)
Sposalizio della Vergine
Datazione: 1522 - 1523
olio su tavola
cm 364x227,5
Descrizione
La pala, che costituisce la parte sovrastante la predella con il Sogno di Giuseppe, la Nascita di Gesù e la Fuga in Egitto, fu dipinta per la chiesa di San Giuseppe fuori porta Saragozza intorno agli anni 1522-1523, ed è da considerarsi una delle prime opere eseguite dall'artista a Bologna.
La composizione, analoga a quella realizzata in precedenza (1516) nella piccola pala ora a Berlino, mostra l'avvenuta assimilazione della cultura raffaellesca alla quale si aggiunge una definizione plastica delle forme desunta dalla pittura toscana vicino a Mariotto Albertinelli e al Franciabigio.
Riportata all'attenzione degli studiosi nei primi anni Ottanta, è stata sottoposta a restauro ed esposta al pubblico nel 1996.
Theotokòpulos Domenico detto El Greco (Candia 1541-Toledo 1614) Ultima Cena
.
Datazione: 1567 - 1570
tempera su tavola
cm 42,5x51
Descrizione
Resa nota dal Longhi (1946), è databile al periodo giovanile del grande pittore cretese, verso il 1567, circa gli stessi anni del Polittico di Modena.
L'artista dimostra di tenere presente sia l'Ultima Cena dipinta da Tintoretto per San Marcuola, che quella di Salviati oggi a Santa Maria della Salute, pur affrontando il tema con il caratteristico cromatismo di derivazione bizantina.
Datazione: 1567 - 1570
tempera su tavola
cm 42,5x51
Descrizione
Resa nota dal Longhi (1946), è databile al periodo giovanile del grande pittore cretese, verso il 1567, circa gli stessi anni del Polittico di Modena.
L'artista dimostra di tenere presente sia l'Ultima Cena dipinta da Tintoretto per San Marcuola, che quella di Salviati oggi a Santa Maria della Salute, pur affrontando il tema con il caratteristico cromatismo di derivazione bizantina.
.Robusti Jacopo detto Tintoretto (Venezia 1519-1594)
Visitazione e i Santi Giuseppe e Zaccaria
.
Datazione: 1550 circa
olio su tela
cm 256x153
Secolo: XVI
Provenienza: San Pietro Martire, quinto altare
Descrizione
Probabilmente databile intorno al 1550 circa, quest'opera del veneziano Tintoretto dovette essere assai importante nell'educazione estetica dei giovani Carracci.
La tela si caratterizza per le ampie proporzioni e la forza plastica delle figure della Vergine e di santa Elisabetta che grandeggiano sulla scena.
Datazione: 1550 circa
olio su tela
cm 256x153
Secolo: XVI
Provenienza: San Pietro Martire, quinto altare
Descrizione
Probabilmente databile intorno al 1550 circa, quest'opera del veneziano Tintoretto dovette essere assai importante nell'educazione estetica dei giovani Carracci.
La tela si caratterizza per le ampie proporzioni e la forza plastica delle figure della Vergine e di santa Elisabetta che grandeggiano sulla scena.
Tiziano Vecellio (Pieve di Cadore 1489 - 1490-Venezia 1576), e aiuti
Gesù Cristo e il buon ladrone
Datazione: 1563, circa
olio su tela
cm 135,5x149,5
Questo dipinto, frammento di una più vasta composizione, è stato alternativamente attribuito dalla critica a Tintoretto, Palma il Giovane e Tiziano.
Un accurato restauro eseguito nel 1983, ne ha confermato l'autografia tizianesca e l'opera appare databile verso la metà degli anni sessanta del Cinquecento.
Cambiaso Luca (Moneglia 1527-Madrid 1585) Adorazione dei pastori
Datazione: 1565 - 1570, circa
tela
cm 204x134
Secolo: XVI
Provenienza: San Domenico, Camera degli Argenti
Inventario: 530
Descrizione
L’opera, eseguita presumibilmente negli anni 1565-1570 per la cappella Casali in San Domenico di Bologna, ebbe una singolare fortuna locale e fu più volte replicata.
Un certo numero di disegni testimoniano la gestazione compositiva ed il forte interesse dell’artista per questo soggetto.
Vasari Giorgio (Arezzo 1511-Firenze 1574) Gesù Cristo in casa di Marta
Datazione: 1539 - 1540
tavola
cm 404x250,6
Descrizione
Si tratta della tavola centrale delle tre eseguite da Vasari durante il suo soggiorno bolognese del 1539-1540, nell’ambito dei lavori per i padri olivetani di San Michele in Bosco.
La Cena di Papa Gregorio è esposta in Pinacoteca mentre Abramo nella valle di Mambro è dispersa.
Forte è qui l’interesse per l’ambientazione architettonica costruita in moda da aumentare illusoriamente lo spazio del refettorio.
Vasari Giorgio (Arezzo 1511-Firenze 1574)Cena di San Gregorio Magno
Datazione: 1540olio su tavola trasportata su nuovo supporto
cm 403x255
Descrizione
È una delle tre tavole eseguite per il refettorio olivetano nel 1539.
Delle altre due resta solo il Cristo in casa di Marta, mentre quella raffigurante Due angeli ricevuti da Abramo andò dispersa in epoca post-soppressiva.
È una delle opere più gradevoli dell'artista che recupera, attraverso la grazia e l'eleganza del Salviati e di Perin del Vaga, i modi della più raffinata maniera fiorentina e romana.