SEICENTO E SETTECENTO
Barbieri Giovan Francesco detto il Guercino (Cento 1591-Bologna 1666)
San Pietro da Verona
Datazione: 1646 - 1647
olio su tela
cm 218x136
Secolo: XVII
Provenienza: Castelbolognese, Oratorio della Compagnia della S.Croce
Inventario: 36
Descrizione
Il dipinto fu eseguito a Bologna, dove l'artista si era trasferito nel 1642 dopo la morte di Guido Reni.
Per quanto riguarda la datazione, è documentato che un primo pagamento all'artista per la realizzazione dell'opera fu effettuato il 24 agosto 1646 e che il saldo venne corrisposto il 23 novembre 1647.
Zampieri Domenico detto il Domenichino (Bologna 1581-Napoli 1641)
Martirio di San Pietro da Verona
Datazione: 1619 - 1621, circa
olio su tela
cm 346x238
Secolo: XVII
Provenienza: Brisighella, Monache Domenicane
Inventario: 453
Descrizione
Eseguito probabilmente tra il 1619 e il 1621 per la chiesa di Santa Caterina martire di Faenza su commissione del marchese Giacomo Filippo Spada, figlio del tesoriere di Romagna Paolo Spada, il grande dipinto fu collocato nella chiesa di Santa Francesca Romana di Brisighella nel 1632.
La composizione deriva dal celebre prototipo di Tiziano già nella chiesa dei Santi Giovanni e Paolo di Venezia andato distrutto nel 1867.
Barbieri Giovan Francesco detto il Guercino (Cento 1591-Bologna 1666)-San Giuseppe
Datazione: 1648 - 1649
olio su tela
cm 111x85
Secolo: XVII
Descrizione
Commissionato dal conte Ettore Ghislieri come pendant del San Giovanni Battista, fu eseguito negli anni 1648-1649.
Il pagamento è registrato nel libro dei conti dell'artista il giorno 30 marzo 1649.
Lo scarto di cinque anni rispetto all'altro ovale già affaccia sensibili mutazioni stilistiche.
Come afferma Denis Mahon, questo San Giuseppe "con la delicatezza dei suoi pallidi colori, annuncia delle caratteristiche che divennero comuni verso la fine di quel decennio e l'inizio del successivo".
Barbieri Giovan Francesco detto il Guercino (Cento 1591-Bologna 1666)
San Bruno in adorazione della Madonna col Bambino in gloria
Datazione: 1647
olio su tela
cm 388x235
Secolo: XVII
Provenienza: San Girolamo della Certosa
Inventario: 466
Descrizione
L'opera, uno dei più suggestivi esiti dell'attività tarda del pittore, risulta pagata all'artista in data 7 ottobre 1647.
La cifra alquanto elevata (781 scudi) può trovare spiegazione nella qualità finissima del blu, un oltremarino naturale eccezionalmente puro.
Il pastorale e parte dellla mitria in basso, riferibili ad altra mano, spettano probabilmente a Paolo Antonio Barbieri, il fratello del Guercino, celebre per le nature morte.
Barbieri Giovan Francesco detto il Guercino (Cento 1591-Bologna 1666)San Guglielmo d'Aquitania riceve l'abito religioso da San Felice Vescovo
(Vestizione di San Guglielmo)
Datazione: 1620
olio su tela
cm 348,5x231
Secolo: XVII
Provenienza: Santi Gregorio e Siro, cappella Locatelli
Descrizione
Segnalato da Malvasia (1686) come "uno de più formidabili quadri, che ... esponesse alla pubblica ammirazione il Guercin da Cento", è il capolavoro giovanile del pittore allora ventinovenne (1620).
Costituisce il più maturo risultato delle sue sperimentazioni luministiche.
Sono noti numerosi disegni preparatori.
Barbieri Giovan Francesco detto il Guercino (Cento 1591-Bologna 1666)
San Giovanni Battista
.
Datazione: 1644
olio su tela
cm 109x87
Secolo: XVII
Provenienza: Santa Maria di Galliera, sagrestia
Descrizione
Committente fu il conte Ettore Ghislieri che istituì un'Accademia di pittura nel proprio palazzo verso la metà del Seicento.
Il conte portò con sé questo ed altri dipinti quando nel 1652 entrò nella Congregazione degli Oratoriani nella chiesa di Santa Maria di Galliera.
Alcuni anni dopo ordinò al Guercino il pendant raffigurante San Giuseppe.
Il pagamento di questo dipinto è registrato n
Datazione: 1644
olio su tela
cm 109x87
Secolo: XVII
Provenienza: Santa Maria di Galliera, sagrestia
Descrizione
Committente fu il conte Ettore Ghislieri che istituì un'Accademia di pittura nel proprio palazzo verso la metà del Seicento.
Il conte portò con sé questo ed altri dipinti quando nel 1652 entrò nella Congregazione degli Oratoriani nella chiesa di Santa Maria di Galliera.
Alcuni anni dopo ordinò al Guercino il pendant raffigurante San Giuseppe.
Il pagamento di questo dipinto è registrato n
Cagnacci Guido (S.Arcangelo 1601-1681)
Giuditta con la testa di Oloferne
.
Olio su tela
cm 103,5x136,5
Secolo: XVII
Provenienza: Mercato antiquario, 1971
Inventario: 6498
Descrizione
L’opera, apparsa sul mercato antiquario nel 1962, si trovò al centro di un dibattito circa l'attribuzione. Oggi il dipinto viene pienamente ascritto al Cagnacci in relazione alla sua rilevante qualità e per le strette sintonie che avvicinano il quadro ad opere certe del pittore, pur appartenendo a momenti stilistici diversi. Questo dipinto appare infatti ancorato alla fase caravaggiesca dell’artista, caratterizzata nell’opera da un’atmosfera carica di melodramma. Giuditta, che emerge dal fondo scuro per effetto di una luce laterale, contribuisce ad inte
Olio su tela
cm 103,5x136,5
Secolo: XVII
Provenienza: Mercato antiquario, 1971
Inventario: 6498
Descrizione
L’opera, apparsa sul mercato antiquario nel 1962, si trovò al centro di un dibattito circa l'attribuzione. Oggi il dipinto viene pienamente ascritto al Cagnacci in relazione alla sua rilevante qualità e per le strette sintonie che avvicinano il quadro ad opere certe del pittore, pur appartenendo a momenti stilistici diversi. Questo dipinto appare infatti ancorato alla fase caravaggiesca dell’artista, caratterizzata nell’opera da un’atmosfera carica di melodramma. Giuditta, che emerge dal fondo scuro per effetto di una luce laterale, contribuisce ad inte
Lanfranco Giovanni (Parma 1582-1647)
Sansone che sbrana il leone
Datazione: 1635 - 1637
olio su tela
cm 143,5x110
Secolo: XVII
Provenienza: acquisto 1998
Descrizione
L'episodio, tratto dal libro dei Giudici, rappresenta Sansone che, nei pressi della città di Timna, affronta a mani nude un leone che lo aveva aggredito.
L'iconografia del dipinto, relativamente rara nella pittura italiana del Seicento, ha un celebre antecedente nell'affresco di Guido Reni dipinto nel 1608 sulla volta della sala delle Nozze Aldrobandini nel palazzo Apostolico Vaticano a Roma.
Lanfranco dipinse almeno tre redazioni diverse di questo soggetto e questa può essere stata ispirata da un disegno di Gianlorenzo Bernini divulgato da un'incisione di Claude Mellan (1631).
.Crespi Giuseppe Maria (Bologna 1665-1747)
La famiglia di Zanobi Troni
Datazione: 1715 - 1730
olio su tela
cm 113,5x91
Secolo: XVIII
Provenienza: Gherardi Cesare, Bologna
I
Descrizione
È identificabile con il "Ritratto del signor Zanobi con la sua famiglia, che sono cinque figure come il vero fino a mezza gamba" citato da Oretti nella seconda metà del Settecento.
Il livornese Zanobio Troni, argentiere attivo a Bologna, apparteneva alla più ristretta cerchia degli amici dell'artista.
L'opera è stata datata tra il 1715 e il 1730.
Crespi Giuseppe Maria (Bologna 1665-1747)
Sogno di San Giuseppe
Datazione: 1727 - 1732
tela
cm 330x224
Secolo: XVIII
Provenienza: in deposito dal Conservatorio del Baraccano, già nella Chiesa di San Giacomo de' Carbones
Descrizione
Il dipinto è già segnalato dallo Zanotti nella Guida di Bologna del 1732 con assegnazione a Luigi Crespi, allora poco più che ventenne; ma si tratta di una concessione al desiderio del padre di lanciare il figlio Luigi in una fulgida carriera di artista.
L’opera porta infatti i segni di un larghissimo intervento di Giuseppe Maria, mentre il ruolo di Luigi andrà riconosciuto nell’abbozzo iniziale e nella stesura pittorica della parte superiore.
Cignani Carlo (Bologna 1628-Forlì 1719)
Madonna col Bambino e i Santi Teresa, Giovanni e Carlo Borromeo
Datazione: 1680 olio su tela
cm 385x229 Secolo: XVII
Provenienza: Santa Lucia
Descrizione
Commissionato il 19 dicembre 1668, il dipinto fu collocato nella cappella Davia della chiesa di Santa Lucia dei Gesuiti vari anni dopo, il 9 giugno 1680 come ricordano testimonianze antiche, anche contemporaneee.
Costituisce un esempio tra i più nobili della tradizione accademica della pittura bolognese del Seicento
Albani Francesco (Bologna 1578-1660)
Battesimo di Cristo
Datazione: 1620, circa
olio su tela
cm 428,5x224,5
Secolo: XVII
Provenienza: San Giorgio, cappella Cingari e Fabri
Descrizione
Eseguita per la chiesa di San Giorgio, la grande pala fu ceduta all'Accademia di Belle Arti nel 1823 dai proprietari della cappella, le famiglie Cingari e Fabbri.
Era stata commissionata dal mercante Matteo Gnetti che nel 1617 si era assicurato il patronato della cappella e nel 1619 concordava con i padri Serviti il soggetto da raffigurare nella pala.
È tra i capolavori della pittura sacra di Albani, esemplificativo della solenne impostazione classica appresa nel lungo soggiorno romano grazie allo studio diretto dell'antico e alla visione delle opere mature di Annibale Carracci e di quelle di Domenichino.
Osservava con perspicacia il Malvasia: "tavola del più squisito fare moderno, che servisse mai di norma e di modello ad ogni altro" riportando l'ammirazione di Cantarini, quasi prevedendo la fortuna che quel modello avrebbe goduto nella seconda metà del secolo e nei primi decenni del Settecento presso Pasinelli, Creti e Graziani.
Zampieri Domenico detto il Domenichino (Bologna 1581-Napoli 1641)
Madonna del Rosario
Datazione: 1621 - 1625
olio su tela
cm 498x289
Descrizione
Destinata alla chiesa di San Giovanni in Monte, fu commissionata dalla famiglia Ratta nel 1617 e conclusa tra il 1621 e il 1625.
La composizione molto studiata e complessa (numerosi disegni preparatori si trovano a Parigi presso il Louvre e a Windsor Castle) incontrò apprezzamenti presso i contemporanei, ma sollevò anche polemiche, soprattutto a causa dell'oscurità dei simboli e del significato delle scene raffigurate nella zona inferiore.
Trasportata a Parigi in età napoleonica (1796), fu restituita nel 1815.
Carracci Ludovico (Bologna 1555-1619)
Nascita del Battista
Datazione: 1604
olio su tela
cm 420x268
Secolo: XVI
Provenienza: San Giovanni Battista, altar maggiore
Descrizione
Il dipinto, come attestato da una scritta sul retro, fu commissionato da una suora del monastero di San Giovanni Battista, Alessandra Ratta, e fu collocato in chiesa il 17 giugno 1604.
Opera monumentale, si situa dopo il viaggio romano (1602) e rivela nella pacatezza della disposizione delle figure come nel
Zampieri Domenico detto il Domenichino (Bologna 1581-Napoli 1641)
Martirio di Sant'Agnese
.
Datazione: 1619 - 1624
olio su tela
cm 533x342
Secolo: XVII
Provenienza: Santa Agnese, altar maggiore
Descrizione
La grande pala, la più vasta tra quelle eseguite da Domenichino, fu donata da Pietro de' Carli al convento di Sant'Agnese di Bologna nel 1625.
Fu iniziata verso il 1619 e conclusa anni alcuni dopo a Roma, dove l'artista si era recato nel 1621.
Numerosissimi i disegni preparatori conservati a Windsor Castle.
Dopo alcune critiche iniziali alle quali reagì Malvasia (1678), l'opera incontrò l'entusiastico apprezzamento degli artisti e degli scrittori fino alla storica stroncatura di J. Ruskin.
Datazione: 1619 - 1624
olio su tela
cm 533x342
Secolo: XVII
Provenienza: Santa Agnese, altar maggiore
Descrizione
La grande pala, la più vasta tra quelle eseguite da Domenichino, fu donata da Pietro de' Carli al convento di Sant'Agnese di Bologna nel 1625.
Fu iniziata verso il 1619 e conclusa anni alcuni dopo a Roma, dove l'artista si era recato nel 1621.
Numerosissimi i disegni preparatori conservati a Windsor Castle.
Dopo alcune critiche iniziali alle quali reagì Malvasia (1678), l'opera incontrò l'entusiastico apprezzamento degli artisti e degli scrittori fino alla storica stroncatura di J. Ruskin.
Carracci Annibale (Bologna 1560-Roma 1609)
San Giovanni Battista
Datazione: 1594 - 1595
tela
cm 129,3x98
Secolo: XVI
Provenienza: deposito a tempo indeterminato di
Sir. Dennis Mahon
Descrizione
Il dipinto appartenuto alla collezione del pittore Vincenzo Camuccini, e ritenuto lavoro a due mani di Ludovico Carracci e Domenichino, venne in seguito attribuito ad Annibale.
L’impostazione della figura in primo piano, e la scelta cromatica ancora molto vicine alle opere bolognesi, portano ad una datazione intorno al 1594-1595, anche se il paesaggio è già quello presente nelle opere dei primi anni romani.
Carracci Annibale (Bologna 1560-Roma 1609)
L'Arcangelo Gabriele; Vergine Annunziata
.
Datazione: 1588, circa
olio su tela
cm 152x76 ciascuno
Secolo: XVI
Provenienza: Santa Maria di Galliera, sagrestia
Descrizione
Questi dipinti testimoniano l'esperienza veneta vissuta da Annibale intorno al 1586-1587.
La materia densa e di notevole intensità cromatica si accompagna qui ad una poetica del "naturale quotidiano" che evolve verso una più diretta conoscenza dell'eredità rinascimentale.
(inventario 472 - inventario 474)
Datazione: 1588, circa
olio su tela
cm 152x76 ciascuno
Secolo: XVI
Provenienza: Santa Maria di Galliera, sagrestia
Descrizione
Questi dipinti testimoniano l'esperienza veneta vissuta da Annibale intorno al 1586-1587.
La materia densa e di notevole intensità cromatica si accompagna qui ad una poetica del "naturale quotidiano" che evolve verso una più diretta conoscenza dell'eredità rinascimentale.
(inventario 472 - inventario 474)
Reni Guido (Bologna 1575-1642)Incoronazione della Vergine con i Santi Giovanni Evangelista, Giovanni Battista, Bernardo e Caterina d'Alessandria
Datazione: 1595 - 1598 circa
olio su tela
cm 253x197
Descrizione
Il dipinto, per gli evidenti echi della cultura manierista del Calvert, è riferibile all'attività giovanile di Guido Reni (circa 1595-1598).
L'opera si caratterizza anche per l'impaginazione direttamente ispirata all'Estasi di Santa Cecilia di Raffaello.
Carracci Annibale (Bologna 1560-Roma 1609), attribuito
Paesaggio con cacciatore
.
Datazione: 1590, circa
carta
cm 24x34,5
Secolo: XVI
Descrizione
Si tratta di un abbozzo condotto su carta con una pennellata liquida che non definisce i particolari.
La rappresentazione naturalista, ma già avviata verso le forme più controllate del classicismo ancora da venire, suggerisce una datazione intorno al 1590.
Datazione: 1590, circa
carta
cm 24x34,5
Secolo: XVI
Descrizione
Si tratta di un abbozzo condotto su carta con una pennellata liquida che non definisce i particolari.
La rappresentazione naturalista, ma già avviata verso le forme più controllate del classicismo ancora da venire, suggerisce una datazione intorno al 1590.
Carracci Annibale (Bologna 1560-Roma 1609)
San Francesco in adorazione del Crocifisso
Datazione: 1596, circa
olio su rame
cm 48x36,5
Descrizione
Databile intorno al 1596, quando Annibale si era da poco trasferito a Roma per decorare il Camerino di Palazzo Farnese, il piccolo rame, dall’esecuzione raffinata, riprende motivi tratti sia da Barocci che da Correggio.
Carracci Annibale (Bologna 1560-Roma 1609)
Gesù Cristo incoronato di spine
.
Datazione: 1597, circa
olio su tela
cm 60,3x70,5
Secolo: XVI
Provenienza: Mercato antiquario, Londra
Descrizione
Probabilmente realizzato da Annibale a Roma fra il tempo dei lavori per il Camerino Farnese (1595-1597) e l'inizio degli affreschi della Galleria Farnese, ovvero tra il 1597-1598.
Rivela morbidezze luminose di ascendenza correggesca inserite in una composizione che si indirizza già verso la ricerca di una natura "idealizzata".
Datazione: 1597, circa
olio su tela
cm 60,3x70,5
Secolo: XVI
Provenienza: Mercato antiquario, Londra
Descrizione
Probabilmente realizzato da Annibale a Roma fra il tempo dei lavori per il Camerino Farnese (1595-1597) e l'inizio degli affreschi della Galleria Farnese, ovvero tra il 1597-1598.
Rivela morbidezze luminose di ascendenza correggesca inserite in una composizione che si indirizza già verso la ricerca di una natura "idealizzata".
Carracci Annibale (Bologna 1560-Roma 1609), (?)
Toeletta di Venere
Datazione: 1598 - 1599
olio su tela
cm 90x1
Descrizione
Questa tela costituisce il "pendant" di un'altra raffigurante Diana e Callisto che si trova nella collezione del duca di Sutherland.
Si tratta di un'opera ascrivibile ai primi anni del soggiorno romano di Annibale, intorno al 1598-1599, quando l'artista propende già verso quel classicismo di figura e di paesaggio, che tanta fortuna avrà nel corso del XVII secolo.
Carracci Antonio (Venezia 1583-Roma 1618)
Il ratto d'Europa
.
Datazione: 1602 - 1605
tavola
cm 68,3x48,8
Secolo: XVII
Provenienza: dono Ass. di Santa Cecilia Amici della Pinacoteca Nazionale (1984
Descrizione
Questa scena mitologica, realizzata dal figlio "naturale" di Agostino nei primi anni romani (1602-1605), è forse una di quelle opere eseguite "per studio", da cui emerge sia la meditazione sulla pittura antica, sia il costante riferimento alle invenzioni di Annibale Carracci negli affreschi della Galleria Farnese.
Costituiva una coppia con il Trionfo di Galatea.
Datazione: 1602 - 1605
tavola
cm 68,3x48,8
Secolo: XVII
Provenienza: dono Ass. di Santa Cecilia Amici della Pinacoteca Nazionale (1984
Descrizione
Questa scena mitologica, realizzata dal figlio "naturale" di Agostino nei primi anni romani (1602-1605), è forse una di quelle opere eseguite "per studio", da cui emerge sia la meditazione sulla pittura antica, sia il costante riferimento alle invenzioni di Annibale Carracci negli affreschi della Galleria Farnese.
Costituiva una coppia con il Trionfo di Galatea.
Albani Francesco (Bologna 1578-1660)
Madonna col Bambino in gloria e i Santi Girolamo e Francesco
Datazione: 1640, circa
olio su rame
cm 43,5x31,8
Secolo: XVII
Descrizione
Il quadretto, ricordato e molto apprezzato nelle cronache dei viaggiatori del secolo XVIII, è un’opera della maturità dell’artista accostabile al dipinto con Sant’Andrea che si prepara al martirio della chiesa dei Servi (1639-1641).
Zampieri Domenico detto il Domenichino (Bologna 1581-Napoli 1641), (?)
Paesaggio con fiume e barche
Datazione: 1603 - 1605
olio su tela
cm 35x55
Descrizione
Questo dipinto, insieme all’altro raffigurante un Paesaggio boscoso con scene di caccia, sono stati riuniti come coppia nel 1996.
Entrambe le composizioni esemplificano la capacità di Domenichino di organizzare lo spazio: il paesaggio fluviale è complementare alla veduta della valle nel paesaggio boscoso, e le colline emergono in modo graduale.
Le figure, dipinte con delicatezza e sensibilità, risaltano per gli effetti di luce e richiamano la lezion
Zampieri Domenico detto il Domenichino (Bologna 1581-Napoli 1641), (?)
Paesaggio boscoso con scena di caccia
Datazione: 1603 - 1605
olio su tela
cm 35x55,8
Secolo: XVII
Provenienza: acquisto 1997
Descrizione
Questo dipinto, insieme all’altro raffigurante un Paesaggio fluviale, sono stati riuniti come coppia nel 1996.
Entrambe le composizioni esemplificano la capacità di Domenichino di organizzare lo spazio: il paesaggio fluviale è complementare alla veduta della valle nel paesaggio boscoso, e le colline emergono in modo graduale.
Le figure, dipinte con delicatezza e sensibilità, risaltano per gli effetti di luce e richiamano la lezione paesaggistica fiamminga.
Barbieri Giovan Francesco detto il Guercino (Cento 1591-Bologna 1666)
Sibilla
.
Datazione: 1619
tela
cm 72,7x61,7
Secolo: XVII
Descrizione
Il dipinto presenta una figura femminile pressoché identica a quella di S. Irene nel S. Sebastiano curato da Irene, eseguito nel 1619 per il Cardinale Jacopo Serra.
La Sibilla è sempre stata considerata uno studio preparatorio, trasformato poi in un dipinto a sé stante, mediante la sola sostituzione della spugna con il cartiglio.
Tuttavia l’incidenza della luce sul corpo, e alcuni dettagli dell’abbigliamento, portano ad ipotizzare che si
Datazione: 1619
tela
cm 72,7x61,7
Secolo: XVII
Descrizione
Il dipinto presenta una figura femminile pressoché identica a quella di S. Irene nel S. Sebastiano curato da Irene, eseguito nel 1619 per il Cardinale Jacopo Serra.
La Sibilla è sempre stata considerata uno studio preparatorio, trasformato poi in un dipinto a sé stante, mediante la sola sostituzione della spugna con il cartiglio.
Tuttavia l’incidenza della luce sul corpo, e alcuni dettagli dell’abbigliamento, portano ad ipotizzare che si
Barbieri Giovan Francesco detto il Guercino (Cento 1591-Bologna 1666)
Madonna del Passero
.
Datazione: 1615 -1616
tela
cm 78,5x58
Secolo: XVII
Provenienza: deposito a tempo indeterminato di
Sir. Dennis Mahon
Descrizione
La Madonna raffigurata in questo dipinto ricorda ancora quella di Ludovico Carracci nella Pala per la Chiesa dei Cappuccini a Cento del 1591, per la quale Guercino ebbe una grandissima ammirazione.
Opera mirabile, ascrivibile per lo stile robusto, agli anni 1615-1616, mostra attraverso la naturalezza dei gesti l’intimità del rapporto quotidiano tra la madre e il figlio
Datazione: 1615 -1616
tela
cm 78,5x58
Secolo: XVII
Provenienza: deposito a tempo indeterminato di
Sir. Dennis Mahon
Descrizione
La Madonna raffigurata in questo dipinto ricorda ancora quella di Ludovico Carracci nella Pala per la Chiesa dei Cappuccini a Cento del 1591, per la quale Guercino ebbe una grandissima ammirazione.
Opera mirabile, ascrivibile per lo stile robusto, agli anni 1615-1616, mostra attraverso la naturalezza dei gesti l’intimità del rapporto quotidiano tra la madre e il figlio
.Barbieri Giovan Francesco detto il Guercino (Cento 1591-Bologna 1666)
San Sebastiano curato da Irene
Datazione: 1619
olio su tela
cm 179,5x225
Secolo: XVII
Provenienza: Christie's, Londra
Inventario: 6483
Descrizione
Malvasia (1678) ricorda questo dipinto tra quelli eseguiti da Guercino nel 1619 per il cardinale Jacopo Serra, legato di Ferrara.
Si conoscono alcuni disegni preparatori, oltre ad uno studio ad olio con un busto femminile in veste di Sibilla che ripropone la figura di Sant'Irene.
Il variare delle luci, le ombre colorate e la materia pittorica brillante fanno di questo dipinto uno dei più rappresentativi della fase giovanile dell'artista.