VILLA CONTARINI
Villa Contarini, Camerini è una delle più grandi ville venete.[1] Di aspetto barocco, è situata a sfondo della piazza principale di Piazzola sul Brenta (Padova), porticata e semicircolare.
Nel 1546 Paolo e Francesco Contarini fecero costruire il corpo centrale della villa. Il nucleo centrale, che si deve probabilmente all'architetto Andrea Palladio,[2] fu successivamente inglobato nell'ampliamento della fine del Seicento voluto da Marco Contarini, dando al complesso l'attuale aspetto barocco.
Sul retro della villa è situato è un vasto parco di oltre 40 ettari con peschiere, laghi e viali alberati.
Nel 1546 Paolo e Francesco Contarini fecero costruire il corpo centrale della villa. Il nucleo centrale, che si deve probabilmente all'architetto Andrea Palladio,[2] fu successivamente inglobato nell'ampliamento della fine del Seicento voluto da Marco Contarini, dando al complesso l'attuale aspetto barocco.
Sul retro della villa è situato è un vasto parco di oltre 40 ettari con peschiere, laghi e viali alberati.
Piazzola, possedimento del comune di Vicenza fino al 1268, era un tempo difesa da un castello in origine della famiglia Dente, poi dei Belludi e quindi, dopo l'arrivo dei Padovani, dei Carraresi. Successivamente, il fortilizio fu tra i beni portati in dote da Maria di Jacopo da Carrara al marito Nicolò Contarini, patrizio veneziano.
Il nucleo centrale della villa fu realizzato inglobando proprio l'antico castello, come dimostrano tutt'oggi i resti del sedime e una mappa del 1608, in cui compaiono tre fossati con funzioni difensive[3].
La magniloquente apparenza barocca con cui si presenta oggi villa Contarini è con buona probabilità il risultato della trasformazione seicentesca della villa rustica realizzata da Andrea Palladio negli anni 1540 per Paolo Contarini e i suoi fratelli in fastosa sede di rappresentanza e svago per l'ambizioso Marco Contarini. Come architetti sono stati fatti anche i nomi di Vincenzo Scamozzi e Baldassare Longhena. Dell'opera palladiana restano tracce in mappe e documenti d'archivio,[2] anche se poco è ancora visibile nell’edificio trasformato a più riprese a partire dal 1662. Nel 1676 si procedette all’ampliamento e trasformazione dell'ala destra, con doppio ordine di colonne rustiche e telamoni, e una fastosa decorazione scultorea che invase anche il corpo principale della villa. Il progetto di allargamento e abbellimento della villa rimase incompiuto, forse per carenza di fondi.
La cappella privata della villa è una delle principali opere di Tommaso Temanza.
Una mappa del 1788 documenta che a quella data esisteva già l’emiciclo di portici che delimita la grande piazza, di cui è oggi sopravvissuta l'ala destra. Altri ritengono invece che l'emiciclo e la decorazione della villa non vennero finiti per mancanza di fondi.
Dalla seconda metà dell'Ottocento la famiglia Camerini restaurò la villa, ormai in rovina, riportandola agli antichi splendori. Dopo un lungo periodo di abbandono nel secondo dopoguerra, dal 1970 la villa fu aperta al pubblico, grazie ai restauri promossi e sostenuti da Giordano Emilio Ghirardi e alla tutela dell'Ente Ville Venete (oggi Istituto Regionale). La villa è dal 1986 sede della fondazione Ghirardi e ospita attività ed eventi culturali.
L’intero complesso venne acquisito nel 2005 dalla Regione Veneto, impegnatasi nella valorizzazione di questo rilevante patrimonio culturale. Accanto alle consuete attività volte a far conoscere l’intero complesso architettonico e paesaggistico, con il ricco apparato decorativo che li caratterizza, attraverso visite guidate e attività educative. Oltre che museo, la villa è sede di esposizioni d’arte di interesse regionale e nazionale.
Il nucleo centrale della villa fu realizzato inglobando proprio l'antico castello, come dimostrano tutt'oggi i resti del sedime e una mappa del 1608, in cui compaiono tre fossati con funzioni difensive[3].
La magniloquente apparenza barocca con cui si presenta oggi villa Contarini è con buona probabilità il risultato della trasformazione seicentesca della villa rustica realizzata da Andrea Palladio negli anni 1540 per Paolo Contarini e i suoi fratelli in fastosa sede di rappresentanza e svago per l'ambizioso Marco Contarini. Come architetti sono stati fatti anche i nomi di Vincenzo Scamozzi e Baldassare Longhena. Dell'opera palladiana restano tracce in mappe e documenti d'archivio,[2] anche se poco è ancora visibile nell’edificio trasformato a più riprese a partire dal 1662. Nel 1676 si procedette all’ampliamento e trasformazione dell'ala destra, con doppio ordine di colonne rustiche e telamoni, e una fastosa decorazione scultorea che invase anche il corpo principale della villa. Il progetto di allargamento e abbellimento della villa rimase incompiuto, forse per carenza di fondi.
La cappella privata della villa è una delle principali opere di Tommaso Temanza.
Una mappa del 1788 documenta che a quella data esisteva già l’emiciclo di portici che delimita la grande piazza, di cui è oggi sopravvissuta l'ala destra. Altri ritengono invece che l'emiciclo e la decorazione della villa non vennero finiti per mancanza di fondi.
Dalla seconda metà dell'Ottocento la famiglia Camerini restaurò la villa, ormai in rovina, riportandola agli antichi splendori. Dopo un lungo periodo di abbandono nel secondo dopoguerra, dal 1970 la villa fu aperta al pubblico, grazie ai restauri promossi e sostenuti da Giordano Emilio Ghirardi e alla tutela dell'Ente Ville Venete (oggi Istituto Regionale). La villa è dal 1986 sede della fondazione Ghirardi e ospita attività ed eventi culturali.
L’intero complesso venne acquisito nel 2005 dalla Regione Veneto, impegnatasi nella valorizzazione di questo rilevante patrimonio culturale. Accanto alle consuete attività volte a far conoscere l’intero complesso architettonico e paesaggistico, con il ricco apparato decorativo che li caratterizza, attraverso visite guidate e attività educative. Oltre che museo, la villa è sede di esposizioni d’arte di interesse regionale e nazionale.
DESCRIZIONE
La villa si compone di numerosi ambienti, che si sviluppano dal corpo centrale.
Al piano terra si trova la Galleria delle conchiglie, con il soffitto e le pareti adornate di vere conchiglie.
Dall'ingresso principale si entra nel grande auditorio, la sala più grande del complesso, il cui soffitto si apre al centro. Al terzo piano si trova infatti la sala della musica, dove erano collocati i musicisti durante le feste. La sala è fatta a forma di chitarra rovesciata, con il soffitto di legno e un foro al centro del pavimento, corrispondente al soffitto dell'auditorio. L'accorgimento serve a favorire l'acustica, in modo che la musica si diffonda ottimamente verso il basso.
Le due ali parallele della villa si suddividono in varie sale comunicanti, affrescate con temi biblici, mitologici, scene di caccia, mosaici e giochi prospettici per lo svago degli ospiti. Un passaggio nell'ultima sala permetteva di raggiungere l'emiciclo dove erano situate le stanze degli ospiti. Parte delle sale furono restaurate o decorate ex novo nell'Ottocento.
Al secondo piano si trova la grande biblioteca e le sale arredate nell'Ottocento dalla famiglia Camerini, che volle dotarsi di alcune comodità come il bagno e l'ascensore.
Sul retro della villa si esce nel parco attraverso la sala del pozzo, mentre nei sotterranei si estendono le cantine.
Il parco è tenuto all'inglese e si estende per 40 ettari, con laghetto, tempietti, chalet, peschiere e ghiacciaia.