Giotto (Colle di Vespignano 1267-Firenze 1337)
Giotto (Colle di Vespignano 1267-Firenze 1337)
Polittico Datazione: 1330, circa tempera su tavola cm 146,5x217
Provenienza: Santo Antonio Abate in Montalto, già in Santa Maria degli Angeli
Descrizione
Già pala d'altare della soppressa Santa Maria degli Angeli, il polittico fu trasferito nel Settecento nel Collegio Montalto, in una cappella privata (Bologna 1782).
È l'unica opera di Giotto sopravissuta a Bologna, riferita alla tarda maturità dell'artista (1333-1334), al periodo conclusivo della sua attività "napoletana" per Roberto d'Angiò.
Il riferimento a quel periodo è interessante: è infatti il momento in cui, nella Bologna internazionale dell'Università, degli scambi commerciali, degli ordini religiosi itineranti, si imponeva, con il legato Bertrand du Puget, la presenza francese e il sogno di trasformare la città nella nuova sede pontificia - la nuova Avignone.
E' il momento in cui da tante diverse influenze riviste alla luce del "gotico" locale cresce la nuova scuola pittorica. E in quegli anni Giotto è ricordato presente, con grandi maestri come Giovanni di Balduccio, nella Rocca-Palazzo di Galliera, costruita quale sede papale e distrutta dopo la cacciata del legato.
La stessa operatività di Giotto per la corte angioina devette facilitare la sua chiamata a Bologna, dove la presenza angioina era particolarmente forte.
Polittico Datazione: 1330, circa tempera su tavola cm 146,5x217
Provenienza: Santo Antonio Abate in Montalto, già in Santa Maria degli Angeli
Descrizione
Già pala d'altare della soppressa Santa Maria degli Angeli, il polittico fu trasferito nel Settecento nel Collegio Montalto, in una cappella privata (Bologna 1782).
È l'unica opera di Giotto sopravissuta a Bologna, riferita alla tarda maturità dell'artista (1333-1334), al periodo conclusivo della sua attività "napoletana" per Roberto d'Angiò.
Il riferimento a quel periodo è interessante: è infatti il momento in cui, nella Bologna internazionale dell'Università, degli scambi commerciali, degli ordini religiosi itineranti, si imponeva, con il legato Bertrand du Puget, la presenza francese e il sogno di trasformare la città nella nuova sede pontificia - la nuova Avignone.
E' il momento in cui da tante diverse influenze riviste alla luce del "gotico" locale cresce la nuova scuola pittorica. E in quegli anni Giotto è ricordato presente, con grandi maestri come Giovanni di Balduccio, nella Rocca-Palazzo di Galliera, costruita quale sede papale e distrutta dopo la cacciata del legato.
La stessa operatività di Giotto per la corte angioina devette facilitare la sua chiamata a Bologna, dove la presenza angioina era particolarmente forte.
Andrea di Bartolo (Siena doc. 1389-1428) Ultima Cena
Datazione: 1420, circa
tempera su tavola
cm 48,5x32
Secolo: XIV - XV
Provenienza: San Domenico, appartamento dell'Inquisizione
Inventario: 288
Descrizione
Testimonianza austera dell’attività dell’artista senese intorno al 1420.
Maestro di Faenza (attivo in Romagna nel XIII secolo) Natività. Deposizione dalla Croce. Cristo nel sepolcro
Datazione: 1275-1285 tempera su tavola cm 22x27,5 - 21x25 - 20,7x25
Secolo: XIII
Descrizione
Le tre tavolette, che il Cuppini riteneva parte di un unico complesso con la Crocefissione e la Discesa al Limbo della Pinacoteca di Faenza e con il perduto Cristo che sale sulla croce, sono state giudicate opera di un solo artista, il "Maestro di Faenza", che rinnova alla fine del Duecento gli stilemi bizantini con portati della pittura giuntesca e veneta.
Il riferimento della Natività al più giovane "Maestro di Forlì", attivo all'inizio del Trecento, è stata discussa dalla Tambini e definitivamente superata di recente.
Le ultime discussioni critiche sul complesso ripropongono il collegamento con la cultura emiliano-romagnola di fine secolo, legata ad influssi orientali che si ritengono mediati da Venezia.
Come per molta cultura di questa zona, significativi sono i legami con il neoellenismo giuntesco reinterpretato negli ultimi decenni del secolo proprio in terra emiliano-romagnola in rapporto con opere come le pitture del Battistero di Parma - che altri leggono in più diretto contatto con possibili presenze balcaniche.
Va ricordato che nella stessa Venezia - in mosaici marciani come in frammenti ad affresco di epoca due-trecentesca - vengono riconosciuti contatti con modi pittorici importati dall'altra sponda adriatica, con particolare riguardo ai maggiori cicli di Serbia e Macedonia.
Rinaldo di Ranuccio (Spoleto, seconda metà XIII) - Crocifisso
(Croce sagomata col Salvatore, l'Addolorata e San Giovanni)
Datazione: 1265
tempera su tavola
cm 224x141,5
Secolo: XIII
Provenienza: Attilio Rossi
Inventario: 1328
Descrizione
Questa croce e l'altra, ugualmente firmata, della Pinacoteca di Fabriano, costituiscono le uniche opere sicure che ci sono pervenute di questo artista, operante nell'ambito della tradizione giuntesca, come documentano anche i rapporti ravvisabili con l'arte del "Maestro di San Francesco".
Lorenzo Monaco (Firenze, attivo 1370-1425 )Madonna col Bambino in trono e angeli
Datazione: 1402 - 1403, circa
tavola
cm 127,5x75
Secolo: XV
Provenienza: acquisto 1894, mercato antiquario
Inventario: 251
Descrizione
L’opera si presenta decurtata su tutti e quattro i lati , ma è impossibile stabilire se costituisse il pannello centrale di un grande polittico.
Acquistata nel 1894 sul mercato antiquario come opera di “antica scuola bolognese”, la tavola venne tempestivamente pubblicata nel 1904 come opera autografa di Lorenzo Monaco eseguita intorno al 1400.
Successivamente l’attribuzione è stata sia discussa che confermata sempre nell’ambito del maestro toscano.
Lorenzo Veneziano (Venezia, doc. 1356-1372) Sant'Antonio Abate
Datazione: 1368
tempera su tavola
cm 46x31,5 Secolo: XIV
Provenienza: San Giacomo Maggiore
Descrizione
È probabile che questi due frammenti (San Bartolomeo e Sant'Antonio Abate) facessero parte, insieme ad una tavola con l'Incoronazione della Vergine ora al museo di Tours e a due pannelli con Santa Caterina e San Sigismondo di collezione privata, del grande polittico eseguito da Lorenzo Veneziano nel 1368 per la chiesa bolognese di San Giacomo (trasferito poi nella chiesa della Madonna della Consolazione e disperso nel 1636).
Tale ipotesi trova conferma nella lievitante tenerezza ormai gotica delle due figure lontane dagli esempi più bizantineggianti delle prime opere.
Lorenzo Veneziano (Venezia, doc. 1356-1372) San Bartolomeo
Datazione: 1368
tempera su tavola
cm 46x31,6
Provenienza: San Giacomo Maggiore
Descrizione
È probabile che questi due frammenti (San Bartolomeo e Sant'Antonio Abate) facessero parte, insieme ad una tavola con l'Incoronazione della Vergine ora al museo di Tours e a due pannelli con Santa Caterina e San Sigismondo di collezione privata, del grande polittico eseguito da Lorenzo Veneziano nel 1368 per la chiesa bolognese di San Giacomo (trasferito poi nella chiesa della Madonna della Consolazione e disperso nel 1636).
Tale ipotesi trova conferma nella lievitante tenerezza ormai gotica delle due figure lontane dagli esempi più bizantineggianti delle prime opere.
Giovanni da Modena (doc. a Bologna dal 1409 al 1456) - San Bernardino da Siena e storie della sua vita
Datazione: 1451
tempera su tela
cm 227,5x155
Secolo: XV
Provenienza: San Francesco, cappella di San Bernardino
Inventario: 937
Descrizione
La composizione, ancora narrata nella parte centrale con il linguaggio fantastico del tardogotico, si apre nella resa stereometrica dei riquadri laterali alle nuove tendenze plastiche e prospettiche proposte dalla cultura fiorentina del tempo.
Lippo di Dalmasio (Bologna e Pistoia, doc. dal 1377 al 1410) Trittico
Datazione: 1390, circa
cm 160x86 - 169x64 - 169x64
Secolo: XIV
Provenienza: Chiesa del Conservatorio di Santa Croce (Istituti educativi), depositato in Pinacoteca nel 1940
Descrizione
Firmato e datato in basso al centro, è una delle rare opere pervenuteci con la firma del maestro ed è importante per identificare le fasi del suo percorso artistico. Probabilmente il complesso aveva una funzione pubblica in rapporto con la città, perché vi sono presenti ben tre protettori di Bologna e ruolo importante riveste S. Giuseppe.
La sua posizione in alto a destra, al pari di S. Petronio, indica che il dipinto fu realizzato in stretto rapporto con la corporazione cittadina dei falegnami che a Bologna aveva più di una sede.
Martorelli Giovanni (Bologna, attivo 1390-1447) Polittico
Datazione: 1460 circa cm 166x131 Secolo: XIV - XV
Provenienza: Abbazia di Montevegli
Descrizione
L’opera, unitamente al S. Antonio Abate (inv. 277), faceva parte di un complesso più ampio collocato nell’Abbazia di Monteveglio. "Pittore espressivo ad ogni costo, a spese di un grottesco incontenibile e esasperato" (Longhi), il poco noto pittore mostra qui i rapporti con i maestri attivi nel cantiere petroniano e con la cultura tardogotica lombarda.
Michele di Matteo (Bologna, doc. 1409-1470) - Polittico
Datazione: 1462
olio cm 188,5x236 Secolo: XV Provenienza: San Pietro Martire
Descrizione
Il polittico venne commissionato, probabilmente da Giovanni di Mattiolio “Merciaio” come appare nell’iscrizione in basso sulla tavola centrale.
Si trovava nella chiesa del convento femminile delle suore domenicane di S. Pietro Martire in Bologna.
Nulla nella sua iconografia rimanda però a questa sede tranne il colore bianco e nero che appare nelle delle vesti dei santi della predella.
Lianori Pietro (Bologna, doc. 1428-1460) Madonna in trono col bambino fra i Santi Girolamo e Petronio.
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[In alto] l'Annunciazione fra i santi Stefano, Domenico, Francesco e Agostino.
Datazione: 1453 tempera su tavola cm 172,6x220 Secolo: XV
Provenienza: San Girolamo di Miramonte, sagrestia
Descrizione
Proveniente da San Girolamo di Miramonte, ove era prima sull'altare maggiore e poi in sacrestia, il trittico è espressione tarda e ormai decadente dell'artista i cui promettenti inizi sono stati individuati nei primi anni del Quattrocento nel cantiere petroniano e nella Madonna e Santi del campanile di San Francesco.
Significativi i contatti con opere avanzate realizzate dal maestro su muro come l'interessante Madonna tra i santi Cosma e Damiano di Santa Maria dei Servi.
[In alto] l'Annunciazione fra i santi Stefano, Domenico, Francesco e Agostino.
Datazione: 1453 tempera su tavola cm 172,6x220 Secolo: XV
Provenienza: San Girolamo di Miramonte, sagrestia
Descrizione
Proveniente da San Girolamo di Miramonte, ove era prima sull'altare maggiore e poi in sacrestia, il trittico è espressione tarda e ormai decadente dell'artista i cui promettenti inizi sono stati individuati nei primi anni del Quattrocento nel cantiere petroniano e nella Madonna e Santi del campanile di San Francesco.
Significativi i contatti con opere avanzate realizzate dal maestro su muro come l'interessante Madonna tra i santi Cosma e Damiano di Santa Maria dei Servi.